Gnl, l’Europa ha un doppio passo

L’acquisto crescente di Gnl rappresenta per l’Europa uno dei maggiori alleati per instaurare un rapporto d’indipendenza rispetto al gas russo. Ma non tutti i paesi hanno gli stessi benefici.
Il Gnl, o gas liquido naturale, è una miscela di idrocarburi costituita principalmente da metano (90-99%) ed in quantità inferiore etano, butano e propano.
Esso si ottiene sottoponendo il gas naturale ad un processo di liquefazione ad una temperatura di circa -162°C che consente la riduzione del volume del gas di circa 600 volte. Per approfondire l’argomento invitiamo a leggere il nostro precedente articolo “Gas naturale, il viaggio per giungere nelle case”, cliccando qui 

Ad aprile gli acquisti di Gnl da parte dell’Europa sono notevolmente cresciuti raggiungendo nuovi record d’importazione. Sfortunatamente non tutti i paesi dell’Unione ne hanno tratto i medesimi benefici.
I Paesi con maggiore capacità di rigassificazione hanno riscontrato un notevole calo dei prezzi dell’energia. In altri – compreso purtroppo il nostro – questo non è accaduto: una flessione c’è stata ma decisamente più modesta rispetto a paesi come Francia, Spagna, Belgio e Gran Bretagna.
Quest’ultima possiede un quinto della capacità di rigassificazione europea grazie al quale gode uno “sconto” sul gas di oltre l’80% rispetto ai valori registrati al Ttf (Title Transfer Facility).
Basti pensare che oggi Londra è tonata ad esportare elettricità nel continente, non accadeva dal 2017.
Grazie al Gnl il prezzo del gas ha conosciuto una flessione, più che altrove, anche in Francia, Belgio e Spagna. Quest’ultima è la nazione europea con il maggior numero di rigassificatori: sei in totale.

Gli stoccaggi spagnoli sono già pieni al 64%, contro una media Ue del 40% (dati Gie). Questi ottimi dati sono dovuti alla capacità di accogliere un gran numero di metaniere. In contrasto, però, l’inadeguatezza dei gasdotti. Ciò penalizza fortemente la possibilità della penisola Iberica di riesportare il gas, un problema che sarebbe bene risolvere per una maggiore la sicurezza energetica dell’Europa.
Il Belgio, invece, crocevia di gasdotti è appena al 24% della capacità dei depositi.
Secondo S&P Global 331 metaniere hanno scaricato in Spagna ad aprile, il doppio di quelle arrivate in Italia.
I fornitori sono stati molteplici, alcuni dei quali insoliti, ad esempio il Cameroon, il quale ha scaricato nel Paese l’equivalente di 3,127 miliardi di metri cubi (Bcm) di combustibile in forma rigassificata: segnando un record storico di importazioni.
In Gran Bretagna, invece, sono giunti 40 carichi di Gnl, per un totale di 3,21 Bcm.
Sul volume d’affari, primeggia la Francia, mettendo in rete 3,6 Bcm di gas ricevuto via mare.
Il trend sinora riscontrato è che alla luce degli ultimi significativi sviluppi della politica mondiale le importazioni di gas liquefatto sono aumentate.
Hanno raggiunto un totale di 11,6 milioni di tonnellate tra Europa (Uk compreso) e Turchia, pari a 16 miliardi di metri cubi. Ben 7 Bcm sono arrivati dagli Stati Uniti, che in totale hanno esportato 9 Bcm. L’area su cui si focalizzano le analisi di S&P Global (che esclude non solo la Turchia, ma anche Portogallo, Polonia, Lituania, Croazia e Grecia) ha ricevuto 10,3 milioni di tonnellate di Gnl, pari a 14,2 Bcm in forma gassosa: 1147,7% in più rispetto ad aprile 2021.

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