Il gas naturale, il processo di estrazione ed il lungo viaggio che compie prima di giungere nelle nostre case. Una parabola forse non nota ai più, interessante da scoprire passo dopo passo.
Il gas naturale è la terza fonte di energia al mondo e la principale materia prima con cui viene alimentato il riscaldamento e le cucine delle nostre abitazioni.
Gli attuali avvenimenti geopolitici dimostrano, nostro malgrado, la grande dipendenza da esso.

Il falso mito dei laghi di gas naturale sotterranei.

Nella realtà, come accade per il petrolio, esso è custodito dalle rocce, denominate rocce serbatoio. Presentano una struttura porosa atta ad intrappolare i gas e spesso sono ricoperte di argilla che ne ostacola la fuoriuscita.
Una volta individuate queste rocce, site a migliaia di metri di profondità, vengono intrapresi complessi studi geologici e geofisici. Lo scopo è ricreare modelli 3D del sottosuolo per guidare al meglio il processo di estrazione.
Per creare questi elaborati progetti gli studiosi conducono delle ”ecografie” al terreno grazie ad una elaborata procedura denominata sismica riflessione. La riflessione delle onde sismiche, determina la geologia del sottosuolo e, di conseguenza,  identifica potenziali giacimenti di gas.
Individuati i giacimenti, studiata la struttura e la dimensione si procede con la perforazione di un pozzo esplorativo.

Dopo il pozzo esplorativo l’appraisal.

Per appraisal si intende perforazione di altri pozzi, detti di delimitazione, che hanno l’obiettivo di verificare concretamente l’estensione laterale e verticale del giacimento. Operazione fondamentale per determinare la redditività dell’investimento in un processo di estrazione raggiungendo una stima abbastanza precisa del volume di gas presente.
Con quantità interessanti della materia prima si passa alla fase successiva: il piano di sviluppo.
Passaggio delicato e complesso costituito da una moltitudine di step: definire il numero di pozzi di produzione, la loro posizione, traiettoria, tipologia di pozzo e le facilities.
Solitamente i pozzi raggiungono profondità comprese tra i due ed i sei km con pressione a centinaia di atmosfere. Una volta completati vengono installate specifiche valvole denominate “testa pozzo” che permettono di controllare la pressione del gas in uscita.
In realtà, per motivi di sicurezza, è posizionata una seconda valvola all’interno del pezzo, a circa cento metri di profondità, per arginare eventuali malfunzionamenti della testa pozzo.

Non tutto il gas naturale è uguale, anzi, presenta una composizione variabile.

Dopo l’estrazione il gas viene convogliato negli impianti di trattamento.
Nell’Adriatico, ad esempio, si trova gas “pulito”, che presenta un’alta concentrazione di metano (> 99%); in questo caso si effettua solo il trattamento di disidratazione per separare l’umidità naturale del gas dal metano stesso. Altri giacimenti, invece, presentano un gas naturale mischiato a CO2, azoto e altri gas; pertanto, il trattamento è più complesso e costoso.
Una volta trattato, raggiunte le specifiche di pulizia e potere calorifico viene immesso nella rete di trasporto, metanodotti, giungendo dal forno di casa alla centrale di generazione elettrica.

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